Il periodo precedente al Natale era pieno di speranze per un rally di Babbo Natale che avrebbe chiuso l’anno in bellezza.
Sfortunatamente, i tre giorni prima del giorno di Natale hanno visto una stagnazione dei prezzi, con il Bitcoin che si è mosso in un intervallo stretto tra 16.585 e 16.940 dollari durante questo periodo. Allo stesso modo, il 25 dicembre si è registrato un ribasso piatto dello 0,8%, pari a 136 dollari, nella candela giornaliera prima di chiudere sopra il minimo giornaliero a 16.830 dollari.
Da allora, la criptovaluta leader è scesa ulteriormente, con 16.480 dollari come supporto locale il 28 dicembre.
Il fallito rally di Babbo Natale si sta rapidamente trasformando in un sempre più improbabile massimo di fine anno. Ma cosa potrebbe riservare il 2023?

Fonte: BTCUSDT su TradingView.com
Bitcoin in ripresa nel 2023?
Per gli investitori in Bitcoin e criptovalute, il 2022 è stata un’esperienza umiliante per molti motivi.
Documentando la performance trimestrale dei prezzi del Bitcoin, @esatoshiclub ha sottolineato che il 2022 è stato l’anno peggiore dal 2018.
Un esame dei dati mostra che tutti e quattro i trimestri del 2022 hanno registrato perdite, un evento mai accaduto prima. Allo stesso modo, il secondo trimestre del 2022 ha registrato la perdita percentuale più significativa mai registrata.

Fonte: @esatoshiclub su TradingView.com
“Il prezzo del bitcoin sembra pronto a chiudere il 2022 in calo di quasi il 70% – il suo peggior anno dal crollo delle criptovalute del 2018. “
Riassumendo l’anno, una risposta tipica tra i credenti è che il mercato ha toccato il fondo e che le cose possono solo migliorare. Ad esempio, commentando lo stato attuale delle cose, @rovercrc ha detto: “Il 2023 non può essere molto peggio…”.
Per risollevare gli animi, @GameofTrades_ ha sottolineato che “il Bitcoin non ha mai visto anni rossi back-to-back nella sua storia”. Pertanto, sulla base dei dati passati, il 2023 si chiuderà probabilmente al di sopra dei 17.000 dollari circa.

Fonte: @GameofTrades_ on Twitter.com
Tuttavia, considerando che il 2022 è stato il primo anno con tutti e quattro i trimestri in rosso, ci viene ricordato che i dati del passato non sono garanzia di performance future. Soprattutto perché il panorama macro rimane incerto in vista del nuovo anno.